Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), l’uso di fertilizzanti e concimi chimi per l’agricoltura ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo della moderna agricoltura, ormai dipendente da questi nutrienti per mantenere gli elevati standard produttivi e qualitativi.
Prima di procedere, è importante fare una doverosa premessa sulla distinzione tra i termini “concime” e “fertilizzante”, spesso utilizzati in modo interscambiabile.
Concime e fertilizzante non sono sinonimi

Le due parole sono spesso utilizzate come sinonimi, ma in realtà si tratta di due prodotti diversi, da distinguere in base alla loro origine: i concimi sono tendenzialmente associati a sostanze di origine naturale e i fertilizzanti sono collegati a prodotti realizzati dalla sintesi chimica. Tuttavia, entrambi hanno lo stesso obiettivo, cioè nutrire il suolo con sostanze nutritive che supportino la crescita delle colture.
Da un punto di vista legislativo, il concetto di “fertilizzante” risulta un termine ombrello che racchiude nella sua definizione sia concimi che ammendanti. Questi ultimi, in particolare, non forniscono nutrienti alla pianta, ma migliorano la struttura fisica, chimica e biologica del suolo.

Cosa scegliere? I diversi prodotti sul mercato

In primis, è necessario condurre un’analisi del suolo per capire le specificità del terreno e individuare eventuali carenze di nutrienti (come un’insufficienza di fosforo e una scarsa presenza di potassio, tra le più frequenti). 

Ma non solo, perché anche il tipo di coltura svolge un ruolo cruciale: le piante a crescita rapida richiedono elevate quantità di azoto nelle prime fasi di sviluppo. Al contrario, le colture perenni o arboree necessitano di un apporto maggiore di potassio per migliorare la qualità e la conservabilità dei frutti. La scelta del fertilizzante dev’essere calibrata in base allo stadio di crescita della pianta: il fosforo è utile nelle fasi iniziali, il potassio è indispensabile durante la fruttificazione. In base alle esigenze, si dirige verso la scelta del prodotto migliore

Un potente alleato, il concime NPK

Ma quali sono i concimi più utilizzati per nutrire il suolo e le colture? Uno dei più utilizzati è il concime NPK, chiamato così perché composto da azoto, fosforo e potassio: un terreno con basso contenuto di azoto, richiederà un fertilizzante con un rapporto NPK che favorisca questo elemento. L’applicazione del NPK non si limita alla distribuzione sul terreno, ma anche alla fertirrigazione, una tecnica che combina irrigazione e fertilizzazione, consentendo di distribuire i nutrienti direttamente nella zona delle radici. Un altro tipo di applicazione è la concimazione fogliare, applicata direttamente alle foglie e utilizzata in situazioni di emergenza. 

Un altro possibile alleato è il solfato ammonico, utilizzato non solo in campo agricolo ma in applicazione diretta sul legname. La particolarità di questo prodotto è quella di riuscire ad abbassare il Ph del terreno: in questo modo le piante assorbono meglio tutte le proprietà del terreno e le colture possono crescere più velocemente, forti e robuste. 

E per il legno? Il solfato ammonico conferisce più resistenza al legno stesso, rendendolo particolarmente adatto nella produzione di pannelli truciolari.

In questo vasto panorama, Azotal risulta uno dei principali produttori di concimi e fertilizzanti, dimostrando un’attenzione alla ricerca di soluzioni chimiche e tecniche di elevata qualità anche nel campo agricolo: l’azienda realizza concimi e fertilizzanti in grado di garantire un rilascio equilibrato dei nutrienti e contribuendo a ottimizzare la resa e la sostenibilità delle coltivazioni.