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Concime NPK: guida completa all’uso

Pubblicato il 23 Luglio 2024

Nel mondo dell’agricoltura moderna, l’impiego di concimi NPK – anche detti concimi a base azoto, fosforo e potassio – acquisisce un’importanza primaria per ottenere raccolti abbondanti e di qualità. Questi sono infatti in assoluto i fertilizzanti più utilizzati proprio per la loro capacità di offrire alla pianta tutti i nutrienti di cui ha bisogno per una crescita sana e rigogliosa, e promuoverne la produttività.

Quello che però sfugge alla maggior parte delle persone è che la mera applicazione di concime NPK non è sufficiente per garantire rese elevate delle proprie colture: è fondamentale saperli gestire, usare e dosare correttamente per evitare controproducenti sovradosaggi o pericolose carenze.

Ciò richiede una consapevolezza maggiore su cosa sono, di cosa si compongono, che forme possono assumere, quali sono i loro effetti e le modalità e i tempi di applicazione. Insomma, si rende necessaria una vera propria guida al loro uso perché siano efficaci e per ottenere i migliori risultati possibili.

 

Cos’è il concime NPK?

I concimi NPK sono formulazioni di fertilizzanti che contengono tre macroelementi indispensabili per la nutrizione delle colture: azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Il loro nome, come è facilmente intuibile, deriva dai simboli di questi elementi all’interno della tavola periodica.

Ognuno di questi tre elementi apporta benefici specifici alla crescita e nutrizione delle piante.

  • Azoto: componente fondamentale della clorofilla e cellule vegetali, ha un ruolo chiave nel processo di fotosintesi e di conseguenza nella crescita delle parti verdi delle colture (foglie, steli). L’azoto, tuttavia, non dura a lungo nel terreno. Ciò può richiedere applicazioni multiple di fertilizzante durante l’anno. Per ovviare a questo problema, si possono utilizzare concimi a lento rilascio (con azoto ureico) che, come dice il nome, rilasciano in modo graduale l’azoto nel tempo assicurando un apporto costante di questo elemento.ù

 

  • Fosforo: parte integrante della molecola ATP, utilizzata per il trasferimento di energia nelle cellule vegetali, questo elemento è indispensabile per sostenere i processi vitali della pianta. Dalla formazione delle radici, alla fioritura e alla maturazione dei frutti, si può dire che il fosforo influisca direttamente sulla produttività e qualità delle colture. A differenza dell’azoto, il fosforo rimane nel terreno per periodi più lunghi, il che consente di limitare la sua applicazione a uno o due trattamenti annui: all’inizio della stagione di crescita e durante il picco di sviluppo delle colture, o, per le piante arboree, subito dopo la raccolta dei frutti.

 

  • Potassio: regola processi fisiologici vitali, come la respirazione e la fotosintesi. Non solo: svolge un ruolo centrale nel metabolismo delle colture, influenzando direttamente la loro capacità di crescere e svilupparsi. Oltre a ciò, aumenta loro resistenza agli stress ambientali (gelo, siccità) e alle malattie. È consigliabile fornire alle piante un concime NPK a prevalenza di fosforo durante le fasi di crescita delle colture, in cui hanno bisogno di energia (come nella fioritura o sviluppo dei frutti).

 

Spesso i concimi NPK spesso contengono anche microelementi aggiuntivi, come calcio, zinco, zolfo, ferro e boro, per fornire una nutrizione completa ed equilibrata.

 

Quali tipi di concimi NPK esistono?

I concimi NPK si possono trovare in forma liquida (o in cristallini), per la fertirrigazione (combinando fertilizzazione e irrigazione) , o in forma granulare (nel caso di polveri o pellet) adatti ad una concimazione di fondo o di copertura.

Ma i concimi NPK si distinguono soprattutto in base alla  formulazione, che si riferisce alla percentuale con cui ciascun elemento (N, P e K) è presente nel fertilizzante. È quella che troviamo spesso espressa sulle confezioni con tre numeri separati da un trattino. In base alla formulazione, ciascuna tipologia di concime va a soddisfare specifiche esigenze nutrizionali delle piante o a supportare determinate fasi della loro crescita.

Ad esempio un concime NPK 20-10-10 contiene il 20% di azoto, il 10% di fosforo ed il 10% di potassio e, data la percentuale predominante di azoto, questa formulazione utilizzata soprattutto per promuovere la crescita delle foglie e lo sviluppo della parte vegetativa delle piante.

Diversamente, un concime NPK 10-30-20 (costituito per il 10% di azoto, per il 10% di fosforo e per il 10% di potassio), con una percentuale più alta di fosforo promuove la crescita delle radici e la fioritura. Il concime NPK 20-20-20, più versatile contenendo uguali quantità di azoto, fosforo e potassio, è spesso usato come fertilizzante generale, ideale per una varietà di situazioni e colture.

In generale, la scelta della formulazione del concime a base di azoto, potassio e fosforo dipende dalle esigenze specifiche delle piante, dal tipo di suolo e dal ciclo di vita delle colture.

 

Concime NPK: quando usarlo?

Non ci sono delle vere e proprie scadenze temporali precise riguardo l’utilizzo dei concimi NPK, poiché questo dipende anche dalla tipologia di coltura, il suo ciclo di crescita, il clima, le specifiche del suolo e gli obiettivi di produttività. In linea generale possiamo dire che i concimi NPK vanno utilizzati:

  • Prima della semina o del trapianto. Un concime NPK bilanciato è ideale per preparare il terreno e fornire alle piante un buon apporto iniziale di nutrienti;
  • Durante la crescita vegetativa. Utilizzare un concime con un’alta percentuale di azoto (ad esempio, 20-10-10) è importante per favorire lo sviluppo delle foglie e degli steli;
  • Durante la fioritura e lo sviluppo dei frutti. È consigliato un concime con una maggiore quantità di fosforo e potassio (ad esempio, 10-20-20 o 10-30-20) per supportare la formazione dei fiori e dei frutti, e migliorare la qualità del raccolto.
  • Dopo la raccolta. Per le piante perenni è utile un concime bilanciato o con un’alta percentuale di potassio per aiutarle a recuperare dalle fatiche della stagione passate e prepararle per quella successiva.

 

Concime NPK: come si usa?

Per quanto possa sembrare banale, la prima cosa da fare quando ci si appresta ad utilizzare del concime NPK è leggere attentamente le istruzioni del produttore riportate sulla confezione: in questo modo si può capire il dosaggio corretto in base alla superficie da trattare e il metodo di applicazione.

In linea di massima, però, nell’applicazione di:

  • concime granulare NPK (in polvere o pellet), bisogna spargere il concime granulari in modo uniforme intorno alla base delle piante evitando il contatto diretto con le foglie; successivamente utilizzare un rastrello per mescolare il concime con i primi centimetri di terreno. Dopo di che, è consigliabile innaffiare abbondantemente l’area per aiutare a dissolvere i granuli e favorire l’assorbimento dei nutrienti da parte delle radici.
  • concime liquido NPK (o in cristallini), bisogna in primis diluire il concime liquido o i cristallini in acqua in base alle proporzioni stabilite dal produttore e applicare la soluzione direttamente alla base delle piante (fertirrigazione). Per le applicazioni fogliari, invece, è bene spruzzare la soluzione sulle foglie evitando però giornate calde e soleggiate per non andare incontro a bruciature.

Concime NPK: dosaggio

Non esiste un dosaggio perfetto per i concimi NPK che sia applicabile a tutte le situazioni. Questo perché le esigenze nutritive delle colture dipendono da vari fattori, tra cui: la tipologia di terreno e i nutrienti presenti, quelli asportati dalla coltura precedente, la coltura attuale ed il suo stadio di crescita, gli obiettivi produttivi. Il consiglio è di affidarsi ad esperti del settore escludendo il fai da te per evitare sovradosaggi o carenze, e di consultare le istruzioni del produttore.

 

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